Dott. Walter BugiantellaFlebologia a Foligno, Spoleto, Marsciano e Avezzano
Diagnosi doppler ed eco-color-doppler, trattamento di capillari e vene varicose degli arti inferiori



Il Dott. Walter Bugiantella presso lo studio di Foligno (PG), l’ambulatorio polispecialistico Flaminia di Spoleto, il centro medico Hyppocrates di Marsciano (PG) e il centro medico Mediclinica di Avezzano (AQ), esegue diagnosi con doppler ed eco-color-doppler delle patologie venose degli arti inferiori e il trattamento dei disturbi funzionali, degli inestetismi e delle vene varicose ad essi correlati. Esegue inoltre esami eco-color-doppler arterioso e venoso di tutti i distretti corporei.
L’utilizzo delle più moderne e mini-invasive metodiche (laser, scleromousse, colla) permette di ottenere risultati rapidi e duraturi nel trattamento di qualsiasi aspetto dell’insufficienza venosa degli arti inferiori, dai piccoli capillari superficiali alle grandi vene varicose, comprese le vene safene.
Un’accurata visita flebologica con eco-color-doppler venoso degli arti inferiori è fondamentale per diagnosticare il problema e consentire di offrire al paziente il trattamento più indicato alla propria situazione.
Trattamenti di flebologia
Laser transcutaneo
Laser endovasale
Scleroterapia
Scleromousse
Obliterazione con colla
Flebectomia chirurgica
Insufficienza venosa cronica: cause, sintomi e rimedi
Con l’arrivo della bella stagione i problemi della circolazione venosa degli arti inferiori si fanno “vedere” e “sentire” maggiormente: capillari, vene turgide, gonfiore, pesantezza e prurito vengono infatti esacerbati dal caldo. Questi non sono soltanto inestetismi, ma segni di un problema in evoluzione, campanelli di allarme da non sottovalutare: circa il 25% delle donne che presentano capillari ha già sviluppato l’insufficienza venosa cronica (IVC) e circa il 60% la svilupperà nel corso della vita.
L’IVC è causata dalla difficoltà del sangue di ritornare dagli arti inferiori verso il cuore e dal conseguente aumento della pressione nelle vene. Ne consegue l’alterazione delle valvole, che divengono “insufficienti” e cioè malfunzionanti, e la dilatazione delle pareti delle vene.


Segni e sintomi
Le prime manifestazioni dell’IVC sono la comparsa di piccole vene superficiali, teleangectasie (o capillari), a cui si associano prurito, fragilità capillare e sensazione di gambe pesanti e gonfie (l’edema, dovuto al passaggio di liquidi dall’interno all’esterno dei vasi).
Con il progredire della patologia le vene più grandi (reticolari e collaterali) si evidenziano superficialmente come grossi cordoni serpentiformi (varici o vene varicose). Compaiono edemi alle caviglie, crampi notturni, dolore e macchie cutanee. Se non trattata l’IVC porta col tempo ad alterazioni più gravi quali varicoflebiti superficiali (trombosi venose superficiali che possono generare anche trombosi venose profonde), ulcere ed edemi generalizzati degli arti inferiori.
Fattori di rischio
I fattori di rischio per IVC sono la predisposizione genetica, sesso femminile, etnia, età, postura, soprattutto stare in piedi per gran parte della giornata, sovrappeso, gravidanza. Fattori aggravanti sono il calore e qui bagni, fanghi termali e ceretta eccessivamente caldi e frequenti non aiutano, come anche l’esposizione prolungata ai raggi UV, i traumi (gli ematomi favoriscono la comparsa di teleangiectasie), l’assunzione di terapia estroprogestinica e di alcuni farmaci.
Cure e trattamenti
L’IVC incide molto sulla qualità di vita e richiede una corretta diagnosi ed un trattamento personalizzato. L’accurata valutazione medica flebologica associata all’esecuzione di esami diagnostici (eco-color-Doppler venoso, pletismografia) permette di pianificare le strategie terapeutiche per evitare l’evoluzione della IVC, curarne i sintomi e trattare gli inestetismi cutanei. Le “armi” oggi a disposizione sono l’elastocompressione, comunemente conosciute come calze elastiche e i farmaci (flavonoidi, cumarina, escina) per alleviare i sintomi, la scleroterapia (con liquido o schiuma), la laserterapia, la colla e la chirurgia per trattare dagli inestetismi dei capillari alle vene patologiche di maggiore diametro.

Scleroterapia
La scleroterapia consiste nell’iniezione nel capillare o nella vena varicosa di una sostanza chimica che provoca una reazione infiammatoria a livello della parete che in pochi giorni comporta la chiusura della vena stessa. Tale tecnica consente di ottenere ottimi risultati nel trattamento sia delle vene di piccolo calibro che in quelle più grandi, con brevi sedute ambulatoriali. Per le vene di diametro maggiore (incluse le safene) la scleroterapia può essere eseguita mediante l’impiego di schiuma (scleromousse).

Laserterapia
La laserterapia consiste nella fotocoagulazione dei vasi. Si utilizzano due metodiche: transdermica ed endoperivenosa. Il laser transdermico, applicato dall’esterno, è la metodica di scelta per i capillari di piccolo calibro, ma mostra dei limiti per quelli di calibro maggiore e per le vene reticolari. In questi casi il laser endoperivenoso è la nuova metodica che porta la luce laser direttamente all’interno e/o a contatto con il vaso da coagulare, attraverso una sottile fibra ottica il cui diametro può variare (a seconda del bersaglio, dalle teleangectasie alle safene), ottenendo ottimi risultati con brevi sedute ambulatoriali.

Obliterazione con colla
La più recente tecnica introdotta per l’obliterazione (chiusura) delle grandi vene varicose prevede l’utilizzo di una particolare farmaco che agisce come una vera e propria colla che, mediante una semplice iniezione sotto guida ecografica, ne causa la chiusura istantanea, con una procedura ambulatoriale e indolore.

Chirurgia
La chirurgia ha un ruolo fondamentale nel trattamento dell’IVC, tuttavia negli ultimi anni sia le procedure chirurgiche meno invasive (flebectomie) che l’asportazione delle safene (stripping) stanno lasciando sempre più spazio alle metodiche non invasive e rimangono indicate in casi selezionati (vene safene o vene collaterali di grandi dimensioni, specie se tortuose e molto superficiali).
Il trattamento dei capillari non è prerogativa esclusiva di chi vuole correggere un fastidioso inestetismo, ma prevenzione di una patologia che può evolvere causando anche gravi alterazioni. È quindi ovvio che i risultati migliori si ottengono intervenendo precocemente e integrando le diverse metodiche a disposizione del medico flebologo.


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